domenica 6 novembre 2016

Ruth Handler, la madre di Barbie

La madre di Barbie, Ruth Handler, compie 1 secolo.


Businesswoman coraggiosa e di talento, presidente Mattel, 

la inventò per la figlia Barbara





Fu frutto di una intuizione (e di un grande fiuto per gli affari) di una donna, la Barbie. Ad averla fu Ruth Handler, presidente alla Mattel Toy Company degli anni ’50. Guardando sua figlia Barbara giocare con le bambole di carta, notò che la piccola inventava storie da ‘grandi’. Nacque così la Barbie (diminutivo di Barbara, appunto), la prima bambola adulta venduta negli Stati Uniti. Lanciata nel 1959 a New York, dopo un inizio in sordina per Natale ne furono vendute più di 350.000 pezzi, anche grazie alla pubblicità televisiva che la Mattel finanziò.
Nata il 4 novembre del 1916 a Denver, Ruth Handler avrebbe compiuto un secolo oggi e la ricorrenza è festeggiata dai media di molti paesi perché è stata una businesswoman col fiuto per gli affari e occhio rivolto alla concorrenza, di talento e coraggiosa per i tempi. Sempre molto impegnata su molti fronti della sua vita, professionale e privata, non ebbe sempre una vita facile.
Decima figlia di immigrati ebrei polacchi negli Stati Uniti, la famiglia Mosko, Ruth cominciò a lavorare presto nella drogheria di famiglia e sposò giovanissima Elliot Handler, suo compagno di scuola. Elliot fondò una piccola società di cornici di legno battezzandola ‘Mattel’ (combinando parte del nome del socio ‘Matt’ con il suo ‘Elliot’). Nella segheria Elliot iniziò a produrre anche mobiletti in legno per le bambole dell’epoca e piccoli strumenti musicali, incrementando notevolmente gli affari.

Nel 1956 Ruth fece una vacanza in Europa e in Germania notò una bambola, chiamata Bild Lilli, che aveva la forma di un adulto ed era molto diversa da quelle vendute negli Stati Uniti. Ritornando a casa Ruth decise che era giunto il momento di fabbricare le bambole adulte ‘Barbie’, con tanto di guardaroba.
Nel 1961 introdusse anche Ken, il fidanzato di Barbie, così chiamato in onore dell’altro suo figliolo, Kenneth. L'azienda tedesca produttrice di Lilli citò in giudizio la Mattel per violazione di brevetto nel 1961 e il caso fu chiuso con un accordo nel 1963. Mattel acquisì' i diritti per Bild Lilli nel 1964 e ne cessò la produzione. 
Nel 1970 le fu diagnosticato un cancro alla mammella e subì una mastectomia radicale. Continuò a lavorare e combatté con la malattia per molti anni vincendo anche questa sfida. Si spense per un tumore al colon in 27 aprile del 2002. Aveva 85 anni.


La storia delle bambole Mattel è nota, incluse le critiche degli ultimi anni sull’aspetto troppo ingabbiato in canoni di bellezza classici, univoci e superati e il successo di modelli più recenti di bambole concorrenti che hanno surclassato la Barbie nelle vendite. Per tamponare il calo e ringiovanire la domanda la Mattel ha lanciato questo anno una nuova gamma di Barbie in ben 33 versioni diverse (si possono scegliere 30 tipi di capelli diversi e 24 differenti stili). La strategia sembra funzionare perché le vendite della famosa bambola, dopo periodi negativi, sono nuovamente salite nel terzo trimestre del 17%.
Chissà cosa inventerebbe ancora Ruth che, “da bambina, non amava giocare con le bambole”, racconta oggi il Daily Telegraph.
di Agnese Ferrara - Web


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